Caro lettore ben venuta all'ennesima puntata della mia esperienza in trasferta. La scenografia è un po' cambiata, come sicuramente ti sarai accorto già dal titolo. Ora la mia attività lavorativa si svolge prevalentemente in un piccolo paesino della Polonia del sud.
Per la descrizione del luogo aspetto che il tempo sia meno “dissenterico”, visto che per ora le belle giornate si sono fermate al confine.
Questa passata è stata l'ultima settimana che avevo a disposizione la stanza nel residence, quindi sono salito a Torino la domenica sera per iniziare ad imballare la roba. In un anno se n'è accumulata davvero tanta. Anche i ricordi sono molti. Ma questi sono un po' troppo personali per scriverne al pubblico ludibrio.
Torniamo invece all'argomento di questa “rubrica”. La trasferta.
I lettori più assidui conoscono già la storia dell'auto a nolo, e delle sue problematiche, ma a questo giro si è condita anche del fatto che ci è stata prenotata l'auto di categoria più bassa che ci fosse. Per evitare varie denunce non nominerò il tipo, ma posso solo elencare i comfort che ormai diamo per scontato di trovare su una macchina e che su tale mezzo:
chiusura centralizzata → manca
finestrini elettrici → manca
aria condizionata → manca
spia della temperatura dell'acqua → manca
portiere posteriori → manca
autoradio → c'è ma fa le bizze, a volte si mangia i cd e bisogna tirare un paio di botte al cruscotto per farglieli sputare
bagagliaio → piccolo è un ottimo aggettivo, anche se non lo descrive a pieno
colore → c'è ma se mancasse sarebbe meglio, sono sicuro che l'assicurazione ha fatto un grosso sconto alla voce furto.
Lo so: sono piccole cose, ma quando ci si è abituati ad averli, la loro mancanza si sente.
Comunque nel suo piccolo l'auto si comporta bene e riesce a contenere anche me ed uno dei miei colleghi, il più alto.
Questa è la settimana in cui si va alla ricerca di nuovi ristoranti, nella speranza di trovare qualcosa di meglio. Nel nostro viaggiare per le strade di questo paese siamo finiti in un altro stato a mangiare in un ristorante che si spaccia per italiano. L'unica cosa italica è lo scontrino, in cui la cassiera ha applicato un cambio di fantasia portandosi a casa un 30% in più. Non mi arrabbio più di tanto perchè per fortuna il tutto finirà in nota spese, ma essere stati raggirati così un po' ferisce il mio orgoglio di furbetto italiano.
Ma vediamo di capire come siamo arrivati sino a questo stato non ha ancora maggiorenne, visto che lo scorso capodanno ha festeggiato solo i 16 anni. Siamo partiti per visitare un paesino vicino, di cui uno dei colleghi aveva sentito parlare bene. Così scopriamo che tutte le città della zona si fregiano del titolo di piccola Vienna, spesso incorrendo nella possibile denuncia di abuso di titolo. Comunque arrivati in questa fatidica città, scopriamo che in centro non c'è neanche un ristorante, o meglio ci sono due locali con l'insegna di ristorante, ma solo l'insegna può ricordare un posto dove si può mangiare. Così riprendiamo la macchina e girando di qua e di là finiamo in Repubblica Ceca.
Ce ne accorgiamo dalle insegne, ogni 10 metri un locale V.M.18. Ormai affamati ci fermiamo al primo ristorante. E come è andata a finire già lo sapete.
Era prevista anche una fuga a Cracovia per accompagnare due colleghi che si fermano il fine settimana oltre al fatto che questa settimana il “despota” che ci fa fare sempre tardi era rimasto in Italia, ma ahi noi anche dall'Italia è riuscito con i suoi tentacoli a tenerci legati alla scrivania, e quindi ciccia. Abbiamo così approfittato per vedere cosa c'era oltre lo svincolo dell'albergo che ci ospita. L'albergo era diventato una specie di “COLONNE D'ERCOLE” del terzo millennio. Ci siamo avventurati nella speranza di essere più fortunati dell'Ulisse omerico. L'unica cosa di rilievo è l'indicazione per il campeggio del paese. Di rilievo perchè ci ha fatto domandare che tipo di persone vengono in campeggio in questa zona, ma se esiste il campeggio a Milano, non vedo perchè non possa esserci anche qua.
Troviamo un ristorante tipico, con struttura tipica e parcheggio deserto. Sotto l'insegna appare anche uno striscione che riporta la dicitura:
HAPPY HUOR
11:00 16:00
No comment.11:00 16:00
Il locale è deserto, o almeno le due sale che vediamo, la cameriera non parla inglese ma solo polacco. Il menù per fortuna riporta anche la descrizione in inglese, e quindi ordiniamo i nostri piatti preferiti: questo e quest'altro. Sopravviviamo
Fin'ora non ho parlato di lavoro, ma ci sono stati anche i soliti eventi che hanno messo alla prova la mia fedina penale.
Cambi di piano di lavoro ogni 24 ore, così ogni volta bisogna rifare la programmazione, risentire la segretaria svampita in Italia, che alla sedicesima telefonata un po' le girano, e questa volte a ben donde.
Io passo da dover lavorare anche il sabato a non dover lavorare più il sabato a non si sa. A dover caricare i dati oggi, ieri domani etc. In breve il solito casino.
Va beh ora ti devo lasciare, devo sistemare le cose che ieri ho riportato a casa.
Nella prossima puntata si parlerà di...
1 commento:
A dicembre, in occasione della mia trasferta negli USA, abbiamo noleggiato una macchina. Quella di una nota casa americana, che ha lo stemma con un muflone o cornuto vario.
La temperatura era molto, molto, molto bassa. Aveva appena finito di nevicare. Chiusura centralizzata:nisba. Autoradio: di bellezza, non prendeva niente. Aria condizionata/riscaldatore: lasciamo stare. Tenuta delle guarnizioni: una mattina abbiamo trovato il ghiaccio. Dentro. I vetri erano ghiacciati dall'interno.
Per il resto, questa settimana anche io ho rischiato l'arresto. Ma lo rischierò anche la prossima, da come sono messe le cose. Buona fortuna con i ristoranti!
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