10 maggio 2009

Torino/Bielsko-Biała - 59° puntata

Ed ecco che le settimane alle spalle sono sempre di più, e quelle davanti sempre meno. Se fossi un militare sarei un “fantasma” e canterei “son giorni e non son mesi”. Ancora poco, anche se questo poco richiede un sacco di fatica.
I momenti di sconforto per essere lontano da casa ormai vengono combattuti con il pensiero che ormai manca poco, l'arrivo è solo a pochi giorni, e poi chi sa.
La settimana a BB ha inizio Domenica sera, quando con il dinamico duo facciamo ritorno dal fine settimana passato a Cracovia. La necessità fisica di sentire un po’ di terra natia, nel giorno che di solito è dedicato ai pranzi famuigliari, ci fa optare per la cena al solito ristorante italiano. Pasto veloce, perché la stanchezza attanaglia tutti, e il poter andare a dormire è l’unica cosa che c’interessa dopo aver riempito la pancia.
Sistemata la valigia, controllato la posta per vedere se i miei due amici, con cui ho condiviso i giorni a Cracovia, erano arrivati in Italia sani e salvi, e depongo le mie povere membra sul letto cadendo in un sonno profondo.
Fa un po’ specie svegliarsi il lunedì e non essere in Italia, a casa con la valigia e la costante idea di aver dimenticato qualcosa. Arrivati all’ingresso scopro che l’informazione passatami dal collega per quanto riguarda il pass è falsa. Io il mio l’ho lasciato in albergo perché mi avevano detto che ce ne davano uno nuovo, ed invece ciccia. Per fortuna che Zia Vania mi lascia passare senza troppi problemi. La giornata passa correndo dietro ai casino combinati dagli utenti, tanto che il pranzo lo saltiamo, e visto che il collega che è andato a mangiare poi si è sentito male, forse è stato meglio così.
In serata arriva anche l’altro trio di trasfertisti, lo stacanovista corridore e il duo della manutenzione.
Portiamo i due nuovi a mangiare i piatti tipici della zona, ed al ristorante incontriamo il direttore degli uffici polacchi, che è belga ed è qui da più di 4 anni, che ci chiede per prima cosa del Silvio nazionale, addirittura prima di parlare delle azione fatte dalla società per acquisire i concorrenti.
La cena scorre tra battute e risate, ed io riesco anche a lasciare il capo con il gomito simil Tassotti nei quarti di finale di USA 94 ai due nuovi. Scopro poi la mattina che il trio è andato avanti a bere al bar dell’albergo sino ad ore non consigliate per chi si deve svegliare presto la mattina.
Martedì vedo la prima gnocca in ufficio.
Incredibile!
Cara lettrice, mi scuso se il prossimo paragrafo può turbare la tua sensibilità, ma cerca di capire la mia situazione di emigrante in una terra straniera.
Anche il mio collega, sempre distratto la nota, ed in due le facciamo un intero guardaroba di bavetta. Per fortuna che non resta troppo altrimenti potrei morire disidratato(non l’ho penso davvero ma per la battuta questo ed altro). Scusa cara lettrice, ma so che i lettori maschietti capiranno questo mio sfogo, in 5 mesi è la prima volta che capita una si fatta visione.
Continua il tour dei ristoranti tipici polacchi, mentre il fashion boy è costretto a tornare a Cracovia per recuperare i pezzi del suo bagaglio. Vengo incastrato per la bevuta serale in albergo, ma la mia buona stella ci fa trovare il bar chiuso.
Mercoledì i primi saluti. Una delle utenti cambia ufficio e si organizza un piccolo festeggiamento. Il mio collega passa il tempo a chiedersi chi sia questa persona, non riconoscendola, anche se è stata seduta accanto a lui per quasi 5 mesi. Questo vi fa capire quanto fosse “pinna gialla” la ragazza di prima.
Una delle utenti a cui più ci eravamo affezionati, e nopn solo perchè parlava italiano, cambierà lavoro e questo è l'ultimo giorno che abbiamo l'occasione di salutarla.
Anche questa sera cucina polacca. Per fortuna i colleghi sono abbastanza pieni e stanchi e si opta tutti per andare subito a nanna, senza passare dal bar.
Giovedì è il grande giorno, quello che sarebbe dovuto essere l'ultimo e per il collega distratto è così.
In ufficio riceviamo doni e ringraziamenti, o meglio il collega perchè tanto io ritorno, anzi non mi fanno neanche partire. Questa volta è il suo turno di ricevere le avances di nonna papera, che prova a piazzargli la lingua in bocca.
Si organizza una bella cena, polacca, con un po' di utenti. La tavolata è un vero esempio di esperanto. Si parlano per lo meno tre lingue e tutte insieme, il che crea una simpatica confusione.
Con i superstiti del banchetto ci spostiamo in un altro locale, per un lieve richiamino ed un'ulteriore scrematura. Alla fine tre noi e tre loro si va a ballare. Provo la guida di una delle utenti, a dire il vero è la prima volta che salgo in un auto guidata da un indigeno, e forse la parola testare sarebbe più adatta, perchè alla prima curva a 90 gradi ho il capoccione che si infrange sul bordo dell'auto. La guida della bionda è molto aggressiva, ed io un po' mi preoccupo. Arriviamo sani e salvi, abbiamo fatto circa un chilometro, ma fatto allo stile Kubica.
La discoteca è la solita del centro commerciale. Ci sono due cose però che mi colpiscono. La prima è una ragazza sulla sedia a rotelle che balla in mezzo alla pista e tutti quelli intorno la trattano normalmente, quasi non ci fanno caso, ed infatti la poverina si becca anche un paio di ruzzoni. La seconda è un ballerino che sembra l'orso Balù ubriaco. Lo sguardo bovino, il fisico mastodontico ma non atletico, la testa rasata, e questi movimenti a scacciare api che vedeva solo lui.
Alla fine anche i tre superstiti ci salutano, ed io resto con il dinamico duo. Anche a questo giro mi toccherà riportarli in albergo.
Venerdì mattina solo in due facciamo colazione, un paio lì dobbiamo svegliare con le ripetute telefonate, uno non fa colazione, e con la scusa si addormenta sul divanetto della hall e l'ultimo non si ricordava che la colazione era fino alle 10:00. Partiamo in ritardo rispetto al solito, ma i due autisti spingono sull'accelleratore. Io mi piazzo al posto del passeggero e scatto qualche foto alla città ed al paesaggio che ci accompagna lungo la via, sino a quando le batteria stressate si dichiarano esaurite. Per curiosità, durante una coda apro il cassetto porto oggetti e scopro che la macchina è fornita anche di entrata USB per la radio. Guardo gli altri due che rimangono sorpresi, ma ormai ci siamo abbituati alla radio polacca ed andiamo avanti così sino all'areoporto.

Il ritorno a Torino è stata una breve toccata e fuga in ufficio, prima di tornare, finalmente, a casa.
Nella prossima puntata si parlerà di...

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