26 febbraio 2010

Burocrazia


Ed ecco che il mio giorno di ferie lo passo infognato nella melma della burocrazia. Ok lettore aspetta che ti spiego. Questa mattina dovevo, insieme ad altre due persone registrare un documento. La mia presenza, ho scoperto alla fine era per abbastanza relativa, ma da internet e dalle poche informazioni recuperate dal call center, sembrava che la mancanza di solo una delle persone interessate avrebbe richiesto altri mille documenti. Dopo aver capito in quali giorni sarei stato in Italia, e quale giorno si incastrasse meglio con le attività dei miei compagni di sventura, si è deciso per oggi. Dopo un breve briefing fatto ieri sera, dove abbiamo messo giù un piano di battaglia e ci siamo dati appuntamento per la mattina. Un'altra mattina con la sveglia puntata come una guarnigione davanti al condannato ad alzarsi presto anche nel giorno di ferie.

All'appuntamento siamo tutti puntualissimi e partiamo per destinazione ufficio delle entrate. Arriviamo con mezz'ora di anticipo rispetto all'apertura, ma siamo i primi. Ci mettiamo in calma attesa. Piano piano arriva altra gente. Alle nove spaccate si aprono le porte. Corro all'elimina code e come primo arrivato pesco il numero 44, come i gatti che fanno la festa in cortile. Primi ad essere chiamati e primi ad essere cacciati. L'ufficio è sbagliato. Lì i contratti che registrano sono solo quelli tra aziende. L'ufficio a cui dobbiamo rivolgerci è dall'altra parte del paese. Armati di pazienza ripartiamo.

Secondo ufficio. Già l'architettura è più imponente e à la sensazione di un posto pieno di uffici e scartoffie. Nuovo elimina code. Nuova attesa. Per fortuna le persone non sono tante. Finalmente è il nostro turno. Ci sediamo e facciamo la nostra richiesta. L'addetto inizia ad agitarsi e scarabocchia sulla ricevuta del modulo di pagamento che gli abbiamo dato. Per fortuna interviene il suo capo e lo ferma. Ora ci tocca compilare un altro documento per annullare il codice inserito dall'addetto. La responsabile intanto controlla il documento e ci dice che dobbiamo andare allo sportello dell'ufficio di un altro paese. Noi chiediamo spiegazioni e lei ci dice che il codice inserito nella ricevuta del modulo di pagamento fa riferimento ad un altra sede. La persona che è andata a pagare rimane sorpresa perchè ha chiesto ben due volte al call center quale fosse il codice da inserire per andare allo sportello di Magenta e non di Abbiategrasso ed antrambe le volte le hanno dato lo stesso codice. La responsabile dice che ormai questa storia l'ha sentita mille volte. Ci chiede di fare un esposto per segnalare questo problema e che lei non ci può far nulla. L'unico consiglio che ci può andare è che la prossima volta sarà meglio andare direttamente lì a chiedere, si perde un po' più tempo ma si hanno le informazioni corrette. Noi tre ci guardiamo e pensiamo tutti la stessa cosa: noi tutto questo tempo non lo abbiamo.

Facciamo buon viso a cattivo gioco e ci rimettiamo in viaggio. Direzione Abbiategrasso. Lungo il tragitto ci fermiamo a pagare anche l'ultimo balzello in banca. La banca ha un ingresso claustrofobico. Sono sicuro che nel bussolotto per il controllo dei metalli un paio delle persone che conosco non riuscirebbero ad entrare. Ci mettiamo in coda. Una coda della terza età e tutti che prelevano soldi e non pochi. Per motivi di sicurezza non dirò di quale banca si tratta, ma la cosa ha sorpreso tutti noi. L'addetto della banca, a dispetto dell'età che dimostra è nuovo dell'ufficio e chiede mille conferme al collega seduto dietro di lui che sta intrattenendo la guardia giurata in un amabile conversazione.

Paghiamo ed usciamo.

Di nuovo in macchina in direzione ennesimo ufficio. Becchiamo anche il passaggio a livello chiuso. Per fortuna il treno è corto e ripartiamo.

La palazzina sembra la sorella di quella di Magenta. Entriamo e prendiamo il nostro numerino. Aspettiamo pazientemente il nostro turno. Neanche la pausa caffè dell'addetto poco prima del nostro turno ci turba. Ormai la rassegnazione o una strana pace interiore ci pervada. Arriva il nostro turno. L'addetto è molto gentile e preciso. Controlla, ci consiglia ed in poco tempo sbriga la pratica. Lo ringraziamo e ci mettiamo sulla strada del ritorno. Quando ormai pensiamo che sia finita veniamo fermati da una pattuglia dei carabinieri per un controllo di routine. Superiamo anche questo “impiccio”.

Come Asterix ed Obelix abbiamo superato anche questa fatica.

Nessun commento: