09 maggio 2011

Tra Alba e Tramonto – 53° puntata


Caro Lettore perdonami per il ritardo nello scrivere questa nuova puntata delle mie avventure in terre più o meno lontane, ma lo scorso fine settimana ho cercato di inseguire quella che a volte mi sembra solo un sogno lontano. La vita.
Spero tu mi perdonerai.
La scorsa settimana è tornata ad iniziare di domenica sera per ovviare ai lavori in corso sull’autostrada. L’umore non era dei più alti, anche perché era il ripresentarsi in ufficio dopo la sconfitta al torneo di certificazione. E poi mi era rimasto un po’ di amarezza della settimana precedente.
Il lavoro si è presentato al solito, senza sconti o cose. Al delirio si è aggiunto anche un nuovo personaggio. Questo essere mitologico meriterebbe un libro. Da quando sono stato assunto mi hanno sempre parlato di standing e di corretta immagine. Di atteggiamento costruttivo e proattivo. I miei genitori poi mi hanno sempre insegnato il rispetto degli altri, soprattutto di chi lavora e l’educazione. Ecco ho avuto a che fare con l’antitesi di tutto questo. Un personaggio degno delle strisce di Dilbert. Vorrei avere l’abilità di alcuni scrittori del passato per poter dipingere il suo ritratto con le parole, ma quelle che mi vengono in mente sono tutte censurabili, forse l’unica cosa che potrei dirvi è che se avessi potuto sarei sceso nel suo ufficio e gli avrei staccato la lettera M dalla tastiera ed il numero 7 dal telefono. E se mi avanzava un po’ di tempo avrei considerato anche di rigargli il monitor. Il suo piccolo intervento si ripercuote a tutt’oggi con errori mai vasti nel programma di cui stavo seguendo lo sviluppo.
La mia collega ha fatto la settimana cortissima, peccato per lei che non è stato per piacere. Martedì era già di ritorno a Milano per una riunione e per fare da badante/baby sitter all’Orco, che negli ultimi mesi ha dato sfogo alla sua capacità di farsi odiare, oltre al super potere di fare cavolate davanti al cliente.
Un paio di righe le merita il nuovo posto dove siamo andati a mangiare a pranzo. Il nome ha un che di nostalgico: La Bocciofila di Roddi. Il posto merita anche perché sino ad ora non mi era mai capitato di fare una pausa pranzo ed avere davanti agli occhi lo spettacolo delle colline che circondano Alba. L’avere un bosco a pochi passi dai tavolini messi all’aperto. Sono stato colto per un momento dal piacere di recuperare un po’ di tempo, ma di quello buono. Di quello che ti fa stare bene, che ti fa apprezzare la vita con tutti i suoi ma ed i suoi perché. Un bel momento che aiuta ad andare avanti.
Venerdì sono scappato in anticipo per andare dal dentista. Il viaggio è il solito. Lo stesso che faccio da più di un anno, con il piccolo particolare che mi è sembrato più una partita di Monopoli. La Prigione è rappresentata da due simpatici poliziotti che montano un autovelox mentre io decido di sorpassare un altro pendolare con meno fretta di me. Imprevisto è un incidente che fortunatamente non vede feriti, ma che crea un po’ di coda. Parco della Vittoria è il parcheggio che ho trovato vicino allo studio del dentista.
Probabilità è il trovare una casa, vera, che si muove su ruote ed è scortata da due camioncini con scritto TRASPORTO ECCEZIONALE, anche se forse meriterebbe il grado di SPETTACOLARE. La Stazione Ovest con la Società Elettrica formano l’area di servizio dove ormai mi fermo ritualmente per fare il pieno, mentre la Tassa di Lusso è l’assegno che lascio al dentista.
Alla fine arrivo a casa ed inizio a pensare che ci starebbe davvero bene un albergo in Via dei Giardini.
… all’inseguimento del sole…

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