14 gennaio 2012

Vigilia di Derby

Caro Lettore,
oggi per molti è la vigilia del Derby della Madonnina, partita dal fascino speciale per chi come me c'è nato sotto quella Dorata Signora simbolo delle cime della mia città. Perchè nessun edificio deve essere più alto della sua Dama incontrastata della capitale meneghina.
Pronostici e scongiuri sono iniziati già da Natale. C'è chi cerca di fare l'indifferente dicendo che questa è una partita come le altre e chi invece pensa che questa partita valga molto di più... in breve si sentono gli stessi discorsi che si sentivano all'inizio dello scorso secolo quando si disputò la prima delle 270 partite tra le squadre cugine.
Ammetto che anch'io sento molto questo sabato, ma il derby che interessa a me viene giocato su un campetto di periferia, dove i prati non sempre sono verdi, e con 50 tifosi si fa il tutto esaurito.
Mio nipote giocava oggi il suo derby.
Avendo il tempo, o meglio volendo riprendermi questo tempo sono andato con mia madre al campetto dell'oratorio dove si sarebbe tenuta l'attesissima partita tra la Virtus Cornaredo e le Biglie di Cornaredo. Ieri sera mio nipote durante la cena dai nonni raccontava di questa partita ed allora perchè non cogliere l'occasione per andare a vederlo giocare.
La partita si è giocata nel campetto laterale dell'oratorio della chiesa del paese, mentre il centrale veniva occupato da ragazzini un po' più grandi anche loro intenti a disputare la loro partita.
Mi allineo insieme agli altri parentifosi dietro alla rete che delimita il campo per vedere la partita.
Dopo un breve riscaldamento, la giornata è davvero fredda, in cui a turno i giocatori delle sue squadre si alternavano tra parate e tiri in porta ecco che inizia la partita.
Si gioca cinque contro cinque, ed in porta c'è uno degli eredi della famiglia. Vederlo giocare su questo campo che ricorda molto il prato in cui io e suo padre si giocava da bambini mi riporta alla mente vari ricordi di gioventù. Vedere tutti quei ragazzini correre dietro ad un icosaedro tronco un po' me li fa invidiare, soprattutto perchè il freddo si fa più che pungente. Li vedo correre tutti dietro al pallone come i bambini incantati dal pifferaio magico mentre gli allenatori gridano di tenere le posizione o di passare la palla. Ma si vede che per ora loro giocano ancora per divertirsi. Non c'è malizia nei lori movimenti, non si buttano giù al primo tocco dell'avversario. Piangono se prendono un goal ed esultano tutti insieme se sono loro a segnare, ma senza gesti coreografici. Non hanno ancora ben chiaro cosa sia la sportività perchè per loro il calcio è ancora un gioco e non uno sport o un lavoro. Eccoli liberi che scorrazzano per un prato all'inseguimento di un pallone. Ha proprio ragione chi ha detto: Dai un pallone ad un bambino e lo farai felice.
La partita ha quattro tempi ed a metà del terzo si vede che il freddo ed il campo pesante si fa sentire, mentre la nebbia inizia a calare cancellando piano piano i contorni delle cose fino a farle sparire meglio di qualsiasi illusionista.
L'arbitro fischia la fine dell'incontro e non delle ostilità, perchè per fortuna a questi livelli di ostilità non ce ne sono. Mentre i ragazzini si scambiano i saluti e si dirigono negli spogliatoi io corro al bar a cercare un po' di calore e delle caramelle perchè ci sarà da addolcire l'umore di un portiere arrabbiato ed infreddolito.
Ed ora buon Derby Caro Lettore.

1 commento:

Carmine ha detto...

Non è che qualcuno ha un paio di caramelle, perchè anche lo zio è arrabbiato ed infreddolito! ;)