Caro Lettore,
20 anni fa ero da
poco maggiorenne. Tra le molte cose che mi frullavano per la testa come: le
ultime interrogazioni ed esami; fare la patente di guida prima che cambiasse la
modalità dell’esame, progettare le vacanze estive, ed altri pensieri più o meno
uguali a tutti gli adolescenti nell’anno che avrebbe visto la nascita della
Comunità Europea. La caduta del Muro di Berlino aveva dato nuovo slancio e
fiducia nel futuro. Si parlava sempre più di abbattere le barriere che
separavano i paesi membri. Le Olimpiadi e gli Europei di calcio avrebbero
finalmente salutato la Germania Unita. Dall’altra parte del mare adriatico la
Jugoslavia aveva smesso di esistere ed erano iniziate le guerre d’indipendenza.
Seguivo in televisione i vari tentativi di eleggere il nono
Presidente della Repubblica Italiana dopo le dimissioni di Francesco Cossiga quando
la notizia della strage di Capaci occupò tutti i canali di comunicazione.
La notizia mi colpì enormemente. Avevo sentito parlare di
stragi di stato, il caso Moro, ma sino a quel momento ammetto che mi sembravano
cose lontane. Iniziavo da poco a capire che quegli eventi che non avevano
colpito persone a me vicine avevano comunque un riflesso su di me e su tutte le
persone che mi stavano attorno.
Qualcuno disse che la mia generazione perse l’innocenza
proprio quel giorno, e forse non ha tutti i torti. Le immagini erano dei veri
pugni allo stomaco. Sembrava di assistere ad un film in cui qualcosa era andato
male… ma quello non era un film era la realtà.
Oggi a distanza di 20 anni sentire che una bomba è scoppiata
a Brindisi davanti ad una scuola intitolata a Falcone ed a sua moglie non so…
ha riaperto quel cassetto che il tempo ha cercato di chiudere. Lì dentro c’è
ancora la paura, l’indignazione, la rabbia, ed altre mille parole.
All’inizio tutti a dire che era una nuova strage di mafia. In
un attimo politici e commentatori hanno allestito il loro teatrino. Appena la
mafia ha fatto sapere che era estranea al fatto tutto è finito.
Non si parla più di come la scuola colpita fosse un simbolo di
rivolta verso tutte le mafie. Un simbolo di legalità! La mafia non vuole che si
parli di lei se no è lei a volerlo, ed infatti in pochissimi giorni l’attenzione
è già stata spostata altrove. Al gesto di uno squilibrato, di un mitomane, di
un innamorato respinto, di brigatisti di diversi colori smettendo di parlare di
mafia, anzi sottolineando che solo la mafia potrà identificare davvero l’autore
della strage: cercando così di assurgersi alla posizione di “giustiziere” . Ma la mafia è il contrario di giustizia e di
tutte le sue declinazioni.
Qualcuno è stato colpito da isteria tanto che pensa di non
mandare i figli nelle scuole che riportano i nomi di vittime di Mafia… assurdo.
Qui si va oltre la macchina del fango!!!
Comunque casa mia per oggi sarà in Via Giovanni Falcone, in
Via Francesca Morvillo, in Via Vito Schifani, in Via Rocco Dicillo, in Via
Antonio Montinaro ed in Via Melissa!!!
Caro Lettore spero scuserai questo mio sfogo, ma penso che l’adagio
“Il silenzio è mafia”, oggi come ieri, sia sempre valido.
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