Non so se vi è mai capitato di sentirvi fuori luogo, come quando gli amici ti convincono a seguirli in discoteca, e li scopri che il posto è affollato come la metropolitana all’ora di punta, solo che qui la gente non si lamenta, ma anzi si diverte.
Le f… di legno (come dice il mio collega piemontese) la fanno da sovrane in questo regno, nel senso che la fanno vedere al popolo bue ma poi se non hai un reame alle spella ciccia, poi la musica unz unz mi schifa già alla quarta battuta, neanche fosse un comico di quart’ordine; il volume a palla poi è solo un aggravante, forse usata per non permettere agli astanti di parlare e scoprire che poi non hanno molto da dirsi. Se devo immaginare l'inferno un po' assomiglia a questo posto.
I drink sono da dimenticare, non per dimenticare. Il barista cerca di fare il brillante, ma io vedo solo buio, il buttafuori ti guarda in cagnesco e ti fa entrare solo perché la tua collega gli ha fatto vedere la scollatura da paura, ma non è che lì tra l’incavo dei seni sia finita anche il suo cervello (questo spiegherebbe un sacco di cose), sicuramente una buona parte della bavetta di questo secondino del terzo millennio, che deve controllare chi cerca di entrare anzhchè chi vorrebbe fuggire.
Non lo so, eppure un single impenitente come me e lì che dovrebbe andare a caccia, peccato che mi manchi il fisico del principe azzurro, la ricchezza del re, il senso del ritmo del menestrello, o la battuta pronta del buffone di corte. Ahimè posseggo solo l’invidia di Iago che mi fa rosica’ come il topo nel formaggio.
So di non poter mai appartenere a questa realtà fatta di alcool e strusciatine, di pasticche ed ammiccamenti, di impiegati stressati e segretarie in cerca di evasione: si perché il giovedì, oltre agli gnocchi come diceva un vecchio adagio, è il turno dei colletti bianchi di sudare l'agognato momento di evasione.
Problema non indifferente è poi quello dell'abbigliamento. Devi essere fashion, altrimenti anche se ti metti in mezzo alla pista finisci a fare tappezzeria o, al massimo, la gondola ricordo di Venezia, che negli anni '80 troneggiava come un trofeo sopra i televisori di metà degli italiani, ma che ora è al massimo un pezzo kitsch, da comprare in uno di quei mercatini di ciarpame.
Eppure il fatto che mi senta a disagio non mi dispiace. sarà orgoglio o quello che volete, ma questo disagio mi piace. Sbaglierò, ma il non sentirmi come loro, o meglio come li percepisco io, mi fa sentire bene.
Qualcuno di voi conosce un buon supermercato dove pescare? Il mio laghetto è quasi del tutto prosciugato.
1 commento:
invece devo dire che il balletto fra le similitudini ti è riuscito bene!
da un altro danzatore da paura (per chi guarda).
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