Di nuovo sulla
banchina della metropolitana meneghina ad aspettare. Ecco un nuovo
inizio uguale al precedente ma con un'altra sceneggiatura. Ora non
era solo, ma in compagnia di colei che aveva occupato in un sol colpo
gli aridi territori del suo cuore facendone spuntare fiori e colori.
Ora sapeva dove andare e con chi e non si sentiva più solo o
smarrito.
Nei minuti che il
tabellone dava di attesa iniziarono a parlare di come mai si
trovassero lì. L'accento della Principessa tradiva origini esotiche
di terre vulcaniche. L'eroe cercava di non sembrare troppo curioso o
impiccione, mentre si sorprendeva di come fosse facile parlare con
lei. I minuti di attesa indicati dal tabellone intanto scendevano a
blocchi di mezzi minuti mentre un paio di ondate di ansia colpivano
le pareti del cuore del nostro eroe.
La banchina nel
frattempo si riempiva in ogni ordine di posto e grado come in un
immenso teatro dove il pubblico si recava ad ammirare il passaggio
del treno, perché alla fin fine “il treno è sempre il treno”
che sia ultraveloce o metropolitano.
Arrivò anche il
loro. Si posizionarono in modo da far scendere prima le persone sulle
carrozze, come ripeteva da anni il messaggio registrato, per poi
poter salire più agevolmente. Con loro salirono un altro centinaio
di persone che andarono a saturare ogni spazio libero. I due si
ritrovarono così vicini, come si possono trovare due ballerini di
tango. Iniziarono così una danza fatta di accelerazione e frenate,
intanto che la città scorreva sopra le loro teste che si riempivano
di parole.
Arrivarono alla loro
fermata, perché per il nostro eroe ormai tutto era da pensare per
due. La fermata era quella che gli ricordava gli anni un po' confusi
della scuola media, dove le domande superavano di gran lunga le
risposte che riusciva a darsi sulla sua vita e sul suo futuro.
Ma questa è una
storia che tornerà buona più avanti nella storia ora all'eroe
interessa solo prolungare il cammino con la sua dolce Principessa.
Le porte del vagone
si aprirono mentre una voce dall'alto annunciava il nome della
fermata e la direzione del treno. Scesero con qualche difficoltà
facendo lo slalom tra i vari passeggeri che si frapponevano tra loro
e l'uscita. Per un attimo il nostro eroe perse di vista la bella
Principessa, e quell'attimo gli sembrò portar via una buon parte
della sua vita che la fortuna gli rese subito quando vide la
Principessa attenderlo poco più avanti.
Lui l'aveva attesa
per un intera vita, la sua, ed ora era lei che lo aspettava. Il cuore
iniziò a battergli un po' più forte. Lei vedendolo gli sorrise. Se
il nostro eroe non si era sbagliato anche lei era sollevata di averlo
ritrovato.
Si incamminarono
così verso la prima scalata fatta da 34 scalini che li avrebbe
portati al livello del mezzanino. Da li, superati i tornelli
avrebbero seguito le indicazioni per l'uscita corretta.
Una volta arrivati
fuori anche di quella rampa di scale lui si sorprese.
Si sorprendeva
sempre quando usciva dalla metropolitana. Gli sembrava sempre una
magia quella che lo portava da una parte all'altra della città.
Prima era lì ed ora qui. Prima era in una zona ed ora era in un
altra. Da quando aveva preso per la prima volta la metropolitana
questa cosa lo aveva sempre stupito. Gli aveva sempre fatto pensare
che quel luogo racchiudesse un po' di magia. Ed ora un po' di quella
magia gli stava regalando l'incontro della sua vita.