18 ottobre 2008

Torino - 32° puntata


Lunedì non ci volevo credere, ed anche martedì ho avuto molti dubbi, ma anche questa settima di trasferta è finita. Ho passato quasi tutto il mio tempo in ufficio. Orari non proprio da ufficio postale, anzi...c'è da preparare le presentazioni per la prossima settimana, e s'inizia a sentire la pressione, tanto che siamo stati richiamati all'ordine per il fatto che il lunedì arriviamo in ufficio in ritardo.
La strigliata l'avrei presa anche bene se: il capo di Torino l'avesse detto direttamente a me e non a quello di Milano che ha inaugurato il martedì con una bella telefonata. Metteteci pure il fatto che comunque non si fa cadere la penna alle 18:00 ma si va avanti ad oltranza, e questa settimana più che mai... insomma ho accusato il colpo. Per fortuna che mi sono tornate alla mente le parole di un paio di amici, che con me hanno condiviso molta strada nel senso letterale della parola. I consigli che mi avevano dato all'inizio della mia avventura di consulente sono ancora validi e, scopro ogni giorno di più, preziosi. Ma non vorrei riempire questo post solo di lamentele o cose. Quindi vediamo di cambiare la rotta di questo barcone.
L'evento sportivo ha visto il vostro eroe scendere in campo e cercare di difendere l'onore della porta, ma questa donava la sua rete come se fosse di un'altra. A nulla sono serviti i mille e più tentativi di difenderne l'onore. Alla fine è risultata essere più gonfia della sorella gemella all'altro capo del verde prato sintetico.
L'evento mondano è stato anticipato a mercoledì ed è arrivato come la manna dal cielo, visto il deserto che regna nel piccolo frigo e nella dispensa della mia piccola residenza. Come la cicala non ho fatto grosse provviste, pensando che ci sarebbe stato tempo, che poi è passato tutto in ufficio e non a frinire tra i fiori. Per mia fortuna l'invito alla cena in camera della collega con altri dieci invitati ha riempito questa mia mancanza, oltre che al mio stomaco. Il grande capo del precedente progetto, con cui ho avuto qualche fraintendimento, si è rivelato buon cuoco, ed i prodotti calabri che hanno arricchito la tavola. La conversazione allegra, anche se un po' troppo legata all'ambito lavorativo, ma in fin dei conti è l'unica cosa che accomuna i commensali.
Giovedì sera, dopo l'ennesima giornata lavorativa fiume, si fa dura mettere in tavola qualcosa per cena. Decido di provare uno dei mille locali che preparano kebab, in zona, ed esco. L'intenzione era di mangiare e tornare a riposare in camera, peccato fosse solo l'intenzione. Mi trovo in questo locale, accolto con gentilezza dal gestore, che in attesa del mio piatto mi offre un bicchiere di thè verde, molto buono. Mi accomodo ad uno dei tavolini liberi e vengo rapito dalle immagini trasmesse dal televisore che ha preso il posto dei suonatori di tempi passati, solo dalle immagini visto che i dialoghi sono in una lingua orientale. Guardo le scene, influenzata dalle commedie occidentali, tanto che ad un certo momento mi è sembrato di vedere addirittura una parodia di Toto.
Finita la mia cena esotica esco. Non ho proprio voglia di tornare in camera e parto per una passeggiata serale, ma dove andare? Idea!!! Torino è o non è la città più esoterica d'Italia, potrei andare in uno di quei tanti luoghi che la credenza vuole abbiano strane energie. Ecco, vado a fare un carico di energia tra Castore e Polluce.
Mentre cammino vedo che questa città piano piano sta cadendo in letargo. Poche le persone in giro. Ci sono i soliti proprietari di cani, obbligati alla solita uscita liberatoria serale, qualche gruppetto che si saluta all'uscita di non so cosa, qualche giovane turista, che apprezza più la libertà dal parentado che l'architettura del luogo.
Arrivo alla mia meta, mentre noto che non sono l'unico ad aver fatto il pensiero del ricarico energetico. Una coppia di fotografi si scambia effusioni e consigli per la messa a fuoco. Io cercando di non farmi notare, un po' furtivamente tipo "non ci credo ma mi adeguo "sfioro il punto energetico.
È ora di tornare a casa. Riparto e noto che alcuni angoli di questa città ormai mi sono famigliari, forse addirittura più di quelli della città dove risiedo.
Nella prossima puntata si parlerà di...

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