28 marzo 2009

Torino/Bielsko-Biała - 54° puntata


Caro lettore, anche oggi sono qui a raccontarti di un'altra settimana trascorsa lontano, in trasferta.
Cosa dire, che il gruppo di allegri villeggianti polacchi va piano piano a diminuire. Che questa è stata l'ultima settimana, dell'unica collega, in Polonia. Da lunedì lei, fortunatamente, tornerà a lavorare nell'ufficio di Torino.
Perchè te lo racconto, forse perchè è il primo segno della fine di questa avventura. Il giro di boa c'è già stato, anche se passato sottovoce. Ormai dovrebbero mancare un ultimo sforzo e poi... e già poi? Poi si vedrà dove mi porterà la vita ed il caso, ma per ora il momento delle domande è ancora abbastanza lontano e ci sono ancora molte cose da raccontare e da vivere.
Partiamo dalla fine questa volta, partiamo dall'ultima cena, quella in cui abbiamo diviso il desco con il grande capo polacco.
Siamo finiti nella solita Katcma (o come si scrive) a mangiare un vassoio di piatti tipici della zona. Le chiacchiere si sono fatte sempre più allegre man mano che il ricordo del lavoro si faceva lontano ed il cibo e la birra si facevano vicini. Le risate riecheggiavano e poi la domanda che non ti aspetti.
Boss: “Ritornate tutti con lo stesso volo?”
Noi: “Si”
Boss: “Solitamente le aziende preferiscono che si voli separati”
Noi: scratch scratch scratch
Noi: “Viaggiamo insieme per ridurre i costi”
Boss: “Per la riunione generale avevano chiesto di viaggiare su voli separati e pensavo che anche voi...”
Noi: scratch scratch scratch
Noi: “Nel caso rimane il Capo a finire il nostro lavoro, sempre che la notizia di dover venire in Polonia non la faccia infartare”.
Noi: “ Chi vuole l'ultimo pezzo di Golonko?”
Spostiamo il discorso su un altro argomento.
La mattina dopo però le parole del Boss continuano a girare tra il team. In due vedono segni dappertutto del prossimo disastro.
Una mosca, io che mi siedo in fondo all'aereo, il piatto preso all'aeroporto, il problema con il serbatoio dell'auto etc. etc.
Per fortuna che il tutto è fatto in maniera ironica per cercare di esorcizzare le parole del Boss.
Il volo ha presentato alcune turbolenze, soprattutto in fase di atterraggio, dove a qualcuno di noi sono tornate in mente le varie battute fatte precedentemente, ma senza più il sorriso sulle labbra.
La vita in ufficio è trascorsa tra momenti di noia ed altri di alacre frenesia.
Domande banali e domande più succose si susseguivano senza alcuna continuità, fino ad arrivare all'ora in cui l'unico mio pensiero è: anche per questa settimana l'ho svangata.
Peccato che la capa dell'ufficio mi ha risvegliato con il suo: follow me, che tradotto per chi non conosce la lingua di Sir Byron vuol dire: PADULO.
La seguo e vedo che punta alla scrivania della capa dell'area, che per inciso è soprannominata morte che camina o malata terminale, per assistere ad un dialogo assurdo.
Morte che cammina parla solo polacco e quindi la signora dei paduli doveva fungere da traduttrice. Il problema principale è stato che tra loro non si capivano, quindi a me prospettavano scenari da attentato alla sicurezza nazionale o cose del genere. Dopo poco più di mezz'ora è venuto fuori che il problema era il testo di alcune registrazioni. Con la domanda “why there isn't a link?” “why?”.
Io guardo i documenti e l'unica cosa che mi chiedo è: da dove sono usciti? Non dovrebbero esserci.
Con la scusa di dover fare un controllo, e chiedere al mio responsabile il file di caricamento, visto che se n'è occupato lui tutto da solo, batto in una umiliante ritirata.
Mi scervello ma non riesco a capire da dove escano quei documenti e perchè non sia presente il link, faccio un'analisi competa di tutti i flussi, ma nulla.
Alla fine getto la spugna, anche perchè vengo pressato dai colleghi per andare a cena, e giro il problema e l'analisi fatta al responsabile, visto che il giorno dopo sarò in volo ed è stato lui a seguire la migrazione di questi dati.
La notte, tra la fatica della digestione e il pensiero di quei cavolo di documenti, dormo male. Fino a quando non arrivo in Italia al cospetto del responsabile l'ossessione di quei documenti mi perseguita.
Arrivato in ufficio vengo accolto dalla risposta:
Responsabile:” Avevo fatto un errore di customizing, in pratica avevo dimenticato di correggere una variante, me ne sono accorto solo dopo la migrazione ed ho fatto la correzione, ma non pensavo potesse generare questo tipo di errore”
Il mio mondo interiore:”Dirlo? Controllare? Dov'è il pulsante rosso per far partire le testate nucleari?”
Realtà: “Ah, ok. Ed ora?”
Responsabile:”Occorre fare le correzioni”.
Il mio mondo interiore:”Buum”
Realtà:”va bene”.
Ore 18:00 il responsabile fa cadere la penna e se ne va.
Ore 18:05 anch'io faccio cadere la penna e me ne vado, ho una cena a scrocco che mi aspetta.
Questa cena, e soprattutto il dopocena meriterebbero l'onore della cronaca, ma per ora ahimè non c'è spazio.
Nella prossima puntata si parlerà di...

2 commenti:

Pietro ha detto...

Vedi Carmine, il problema è sempre la globalizzazione. I PADULI ormai si sono diffusi, ce ne sono tantissimi. E' sempre più difficile schivarli. Come i capi che si interstardiscono su qualcosa che frulla e funziona solo tra i loro neuroni e non può mescolarsi ai nostri, così come l'olio non si mescola con l'acqua. L'unica è resistere, alla lunga dalla nostra abbiamo l'anagrafica!

Carmine ha detto...

La mia paura è diventare come loro...